Data prima pubblicazione
7/2/2023
October 28, 2020

Cachessia tumorale: cos'è, cause, sintomi e terapie disponibili

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La cachessia consiste in uno stato di graduale indebolimento biologico caratterizzato da una involontaria perdita di massa muscolare, non causata da una dieta.

Dal punto di vista clinico, la cachessia può insorgere in associazione a diverse patologie croniche infiammatorie, al cancro, ad infezioni, a cardiopatie e a diverse altre malattie a sviluppo progressivo e con prognosi negativa.

Dal punto di vista sintomatologico, invece, allo stato di debilitazione fisica si presentano anche dolore, alterazioni del gusto, anoressia, nausea e depressione. Questo deperimento può essere il risultato di diverse condizioni: denutrizione, malattie infettive o autoimmuni, tossico dipendenze o tumori.

cachessia tumorale

Indice degli argomenti

  • Che cosa è la cachessia tumorale?
  • Cachessia tumorale: quali sono le cause scatenanti?
  • Quali sono i sintomi della cachessia tumorale?
  • Come affrontare la malattia?
  • Quali sono le terapie disponibili per curare la cachessia neoplastica?
  • Quali medici specialisti sono coinvolti nella cura di questa patologia?
  • Esistono trial clinici a cui i pazienti affetti da cachessia possono aderire?
  • Cachessia tumorale: speranze di vita
  • Esistono associazioni di pazienti affetti da cachessia?
  • L’impegno dell’Istituto Mario Negri nella cura della cachessia

Che cosa è la cachessia tumorale?

Lo stato cachettico è tipico di pazienti oncologici man mano che la crescita tumorale avanza.

La cachessia tumorale o neoplastica è collegata a prognosi infausta e spesso peggiora la risposta ai farmaci antitumorali. Il tumore del pancreas è tra i tumori che più rapidamente causano cachessia, a differenza del tumore della mammella, che invece la causa meno frequentemente.

Si stima che la cachessia tumorale si verifichi tra il 50 e l’80% dei pazienti (secondo i diversi tipi e lo stadio del tumore) e che sia causa diretta della morte in circa il 20% dei casi, a seguito di un’ingente perdita di massa muscolare (atrofia). Infatti, lo stato di atrofia avanzata dei muscoli respiratori contribuisce all’insorgere di insufficienza cardio-respiratoria.

Cachessia tumorale: quali sono le cause scatenanti?

La cachessia tumorale rappresenta un fenomeno causato da diversi fattori dipendenti da alterazioni di processi che coinvolgono il sistema nervoso e il sistema endocrino (responsabile della produzione di ormoni). Inoltre, si riscontrano anche alterazioni di meccanismi metabolici all’interno delle cellule che si manifestano poi con il deperimento. Non si tratta quindi di una malattia ereditaria.

I pazienti colpiti da tumori maligni diventano cachettici in fase avanzata di malattia (specie nel caso del tumore all’esofago e allo stomaco).

Sono diversi i meccanismi che entrano in gioco per innescare la cachessia, tra cui:

  • l’anoressia
  • un’alterazione del metabolismo dei carboidrati, con successiva liberazione di sostanze prodotte sia dal tumore che dall'ospite
  • un’accelerazione dell’insieme di tutte quelle reazioni e di quei processi metabolici con i quali l'organismo scompone le sostanze nutrienti introdotte col cibo in molecole più semplici, liberando energia (catabolismo).

Quali sono i sintomi della cachessia tumorale?

L’insorgenza della cachessia nel paziente oncologico è preannunciata da una serie di sintomi:

  • perdita involontaria di peso corporeo maggiore del 5% in 6 mesi;
  • difficoltà a camminare e a muoversi;
  • stanchezza generalizzata e debolezza;
  • alterazione del sonno e mancanza di appetito.

Tali sintomi precedono lo stato depressivo e l’abbandono di sé che subentra in un secondo momento.

Talvolta, alcuni pazienti scoprono di essere affetti da un tumore perdendo peso corporeo senza essersi sottoposti a nessuna dieta particolare. Solo questo evento li spinge ad effettuare indagini più approfondite.

Come affrontare la malattia?

cachessia tumorale

L’esercizio fisico rappresenta il miglior strumento per il paziente oncologico per non cadere nella pericolosa spirale emotiva, causata dalla cachessia, che si può trasformare alla fine in una trappola mortale.

L’attività fisica, infatti, in primo luogo può contrastare la cachessia:

  • riducendo lo stato infiammatorio che si diffonde attraverso il sangue;
  • aumentando la massa muscolare e/o modificando il profilo metabolico delle fibre muscolari;

In secondo luogo, invece, può contrastare la malattia perché rappresenta il più potente antidepressivo naturale che permette sia di preservare i muscoli (scongiurando la cachessia) sia di alimentare il buonumore in pazienti affetti da malattie gravi e potenzialmente mortali come i tumori.

Quali sono le terapie disponibili per curare la cachessia neoplastica?

La terapia migliore per la cachessia è sicuramente l’eliminazione completa del tumore che l'ha causata, risultato purtroppo non sempre ottenibile. Per questo motivo c’è il bisogno di scoprire interventi efficaci per far fronte ad un quadro clinico cachettico.

L'obiettivo finale più evidente degli studi clinici di questo campo oncologico è il miglioramento della qualità della vita.

Dal punto di vista clinico, è stato dimostrato che durante la cachessia aumenta la circolazione nel sangue di molecole addette a propagare lo stato infiammatorio, le cosiddette citochine pro-infiammatorie come l’interleuchina 6 (IL6) o il fattore di necrosi tumorale α (TNFα). Queste molecole hanno appunto il compito di innescare e di diffondere il processo infiammatorio.

Per questo motivo sono state provate alcune terapie antinfiammatorie ma senza particolare successo: le citochine, infatti, oltre a contribuire alla perdita di massa muscolare e talvolta anche di quella grassa o adiposa, riescono a penetrare all’interno della barriera che racchiude il cervello causando la riduzione dell’appetito e aggiungendo così alla cachessia anche l’anoressia.

Quali medici specialisti sono coinvolti nella cura di questa patologia?

Nella cura della cachessia il paziente può essere seguito dai medici specialisti palliativisti.

Le cure palliative sono quelle che non hanno come obiettivo la guarigione da una malattia ma cercano di alleviare i sintomi, resistenti ormai anche a terapie e trattamenti farmacologici.

Il team completo coinvolto nella cura del paziente tumorale in cui è insorta cachessia prevede oltre ai medici palliativisti, la collaborazione tra più figure come:

  • psicologi
  • nutrizionisti
  • oncologi
  • medici di medicina generale.

A questi specialisti, si possono aggiungere anche infermieri, fisioterapisti e volontari.

Esistono trial clinici a cui i pazienti affetti da cachessia possono aderire?

La ricerca odierna si sta concentrando non solo su nuovi modi per distruggere il tumore e le metastasi ma anche sul paziente, che viene così debilitato dalla cachessia da non reggere terapie troppo aggressive (anche se potenzialmente efficaci).

Rallentare la crescita del tumore e la sua disseminazione ma anche mantenere uno stato generale di salute buono, sia dal punto di vista fisico che psichico, deve essere l’obiettivo dei ricercatori, per evitare che il dimagrimento inesorabile dei pazienti oncologici non porti alla depressione, che contribuirebbe solo a peggiorare il quadro clinico.

Il paziente cachettico ha la possibilità di decidere di entrare a far parte di un trial clinico. Sulla piattaforma www.clinicaltrials.gov, è disponibile infatti un elenco di tutti i trial clinici in corso, divisi per categorie (in corso di reclutamento o no, reclutamento su invito, attivi ma non in reclutamento, sospesi, terminati, completati). Il paziente sarà inserito nello studio se accetterà di partecipare e se i suoi dati soddisferanno i criteri di eleggibilità (età, sesso, patologia e altre caratteristiche cliniche). Inoltre, sempre su questa piattaforma, ogni studio è classificato secondo tipologia (clinico o osservazionale), secondo i risultati ottenuti e la fase a cui appartiene (prima, seconda o terza), e addirittura secondo lo sponsor che finanzia il progetto.

Infine, è possibile scaricare i protocolli e le analisi statistiche di ciascun trial così come i vari documenti relativi ai consensi informati.

Cachessia tumorale: speranze di vita

Nel campo della cachessia tumorale, la ricerca sta avanzando a grandi passi. Se fino a qualche decennio fa poco o niente si sapeva di questa sindrome multiorgano, ora i gruppi di ricerca che stanno orientando la propria attività sperimentale verso la cachessia stanno crescendo di numero. Si sta comprendendo sempre più a fondo quali siano i meccanismi alla base dell’atrofia muscolare durante il cancro, in particolare si sta facendo luce sul perché i maschi perdano più massa muscolare delle femmine. Sfruttando questa differenza di genere, pensiamo di mettere a punto terapie che possano preservare i muscoli dei pazienti oncologici.

Al 31 gennaio 2023, 155 studi clinici sono iniziati per trovare nuove cure per la cachessia tumorale, alcuni sono stati terminati, altri sono in corso, altri ancora in fase di reclutamento. Il farmaco che si cerca non deve essere solo in grado di preservare la massa muscolare dei pazienti ma anche la forza degli stessi. Purtroppo alcuni farmaci erano in grado di preservare la massa ma non la forza muscolare e per tale motivo non sono giunti ai pazienti. La speranza è che nel prossimo futuro un farmaco utile contro la cachessia tumorale possa arrivare finalmente ai malati di cancro.

Esistono associazioni di pazienti affetti da cachessia?

Il paziente oncologico affetto da cachessia e i suoi care-giver possono fare riferimento alle associazioni di pazienti per malati oncologici che si mettono a disposizione per prestare supporto e aiuto.

Esistono poi anche alcune società scientifiche più conosciute che mettono a disposizione le loro informazioni per aiutare i pazienti affetti da cachessia nell’ambito delle cure palliative, e sono:

  • SICP: sul sito della Società Italiana di Cure Palliative (SICP) sono riportati i link di numerose associazioni dedicate alle Cure Palliative.
  • EAPC: la Società Europea di Cure Palliative (EAPC) fornisce informazioni circa le Cure Palliative pensate per professionisti, pazienti, familiari e volontari.

L’impegno dell’Istituto Mario Negri nella cura della cachessia

Il team di ricercatori del Laboratorio di Fisiopatologia muscolare, guidati dalla Dr.ssa Rosanna Piccirillo, del Dipartimento di Neuroscienze, ha recentemente scoperto che il muscolo sottoposto a regolare esercizio fisico aerobico produce una proteina capace di proteggere la massa muscolare stessa dalla cachessia. Il nome di questa proteina è musclin.

La ricerca è partita dall’ipotesi che l'esercizio aerobico potesse contrastare la cachessia tramite la secrezione da parte dei muscoli di molecole messaggere, chiamate miochine. Musclin è appunto una miochina, cioè una proteina prodotta dai muscoli scheletrici e rilasciata nel sangue in seguito a esercizio fisico aerobico (come corsa, nuoto o ciclismo) e non in seguito a esercizio fisico anaerobico (come il sollevamento pesi).

Inoltre, è stato anche scoperto che la produzione di alcune miochine, tra cui musclin ed SDF1 (fattore di derivazione stromale 1), si riduce incredibilmente nei muscoli di chi ha un tumore. I ricercatori stanno attualmente cercando di capire se, oltre a musclin e SDF1, altre miochine possano avere il medesimo ruolo protettivo contro l’atrofia muscolare indotta da tumore.

Infine, un altro approfondimento attualmente in corso è la comprensione del perché le donne vadano meno incontro a perdita di massa muscolare durante la cachessia neoplastica rispetto agli uomini, allo scopo di definire nuove terapie più mirate e personalizzate.

Rosanna Piccirillo - Laboratorio di Fisiopatologia muscolare - Dipartimento di Neuroscienze

Oscar Corli - Capo Unità di Ricerca nel Dolore e Cure Palliative - Laboratorio Metodologie per la Ricerca Clinica - Dipartimento di Oncologia

Raffaella Gatta - Content Manager

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