L’Istituto Mario Negri, insieme a 61 organizzazioni internazionali che rappresentano pazienti, cittadini, operatori sanitari, sindacati e organizzazioni di interesse pubblico, ha sottoscritto una lettera per sottolineare l'importanza del finanziamento pubblico alle attività di ricerca e sviluppo in risposta all'attuale pandemia. Un appello affinché tutti i risultati a fronte di questi investimenti siano resi accessibili gratuitamente al momento della loro realizzazione, in particolare per le popolazioni più vulnerabili.
Da gennaio, la Commissione Europea e i governi nazionali hanno mobilitato milioni di euro per promuovere la ricerca su COVID-19. Questi importanti finanziamenti mirano a sviluppare in modo tempestivo sistemi diagnostici, trattamenti farmacologici e vaccini da utilizzare nella gestione della drammatica situazione attuale e nel contenimento delle future fasi dell’epidemia.
L’appello al Parlamento, alla Commissione Europea e ai governi nazionali riguarda la pianificazione di sistemi di finanziamento che includano garanzie collettive a favore del pubblico.
"Ci sono varie misure che governi ed istituzioni possono adottare per aumentare l'impatto, anche sociale, dei loro contributi destinati alla ricerca. L'introduzione di clausole di interesse pubblico dovrebbe diventare standard nell'erogazione di fondi pubblici. Esempi potrebbero essere l'utilizzo di licenze non esclusive per promuovere la presenza di più attori sul mercato evitando monopoli e, quindi, prezzi elevati senza concorrenza. Oppure l'introduzione di meccanismi di regolazione dei prezzi (price cap) per assicurare che prodotti, terapie o vaccini sviluppati con il supporto pubblico abbiano prezzi accessibili."
Queste le parole di Viviana Galli, coordinatrice della European Alliance for Responsible R&D and Affordable Medicines e promotrice di questa iniziativa.
La grande maggioranza delle tecnologie sanitarie, pur essendo commercializzata da enti privati, è sviluppata anche grazie a contributi pubblici, pure molto consistenti, soprattutto nelle fasi precoci di sviluppo. Tuttavia, è molto difficile reperire informazioni su quanto il denaro pubblico abbia contribuito allo sviluppo di un farmaco, vaccino o test diagnostico. Avere a disposizione dati affidabili su questi contributi potrebbe aiutare i governi nelle negoziazioni dei prezzi con le industrie nella fase di commercializzazione.
Anche di fronte all’innegabile necessità di agire rapidamente in questa situazione di grave emergenza, è indispensabile che il processo di ricerca e sviluppo ponga al centro gli interessi dei cittadini e dei sistemi sanitari, mettendo in secondo piano le logiche economiche e di mercato.
Nel secondo bando europeo del programma Horizon 2020, dedicato ai progetti di ricerca e sviluppo su Covid-19, la Commissione Europea ha esplicitamente citato il tema della trasparenza e accessibilità dei risultati e delle soluzioni sviluppate grazie a questi finanziamenti pubblici.
In questa nuova call da 122 milioni di Euro intitolata “New funding for innovative and rapid health-related approaches that respond to Covid-19 and deliver quick results relevant to society and a higher level of preparedness of health systems’” leggiamo infatti:
“In linea con l'impegno per Coronavirus Global Response lanciato il 4 maggio 2020, è di fondamentale importanza che nuove soluzioni debbano essere disponibili e alla portata di tutti […]. Nel contesto dell'emergenza sanitaria pubblica, si applicano ulteriori obblighi di sfruttamento, per garantire che i risultati o i prodotti/servizi risultanti da questi finanziamenti siano disponibili e accessibili a tutti, in modo equo e tempestivo. Ciò includerà un obbligo di utilizzo di licenze non esclusive e l’applicazione di condizioni d’accesso eque e ragionevoli.”
Questo bando completa le azioni precedenti mirate a sviluppare sistemi per la diagnosi e trattamenti, inclusi vaccini, rafforzando la capacità di produrre e implementare soluzioni prontamente disponibili. Migliorerà anche la comprensione dell’impatto socio-economico e comportamentale dell'epidemia.
Sebbene, quindi, non si parli specificamente di progetti su medicinali e vaccini, ciò costituisce un precedente importante che va nella direzione di allineare sempre più la ricerca pubblica agli interessi dei cittadini e dei sistemi sanitari.
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