I ricercatori dell’Istituto Mario Negri si sono chiesti: “Perché la maggior parte delle persone infettate da Coronavirus ha soltanto sintomi lievi e dopo qualche giorno guarisce, e perché altri hanno disturbi più importanti tanto da finire in ospedale, qualcuno in rianimazione e qualcuno muore?”. Ci si è accorti che chi aveva un Covid severo, polmonite interstiziale e necessità di ricovero in rianimazione, aveva più spesso genitori o fratelli morti di Covid. Così si è fatta strada l’idea di un coinvolgimento dei geni, già suggerita da uno studio pubblicato su Nature nel 2020 dal premio nobel Svante Paabo.
I campioni di DNA sono stati analizzati mediante un DNA microarray, una tecnologia in grado di leggere centinaia di migliaia di variazioni (polimorfismi) su tutto il genoma, che ha permesso di analizzare per ogni partecipante circa 9 milioni di varianti genetiche e di rilevare la regione del DNA responsabile delle diverse manifestazioni della malattia.
Questo array è arricchito in varianti di geni umani che codificano per proteine e sistemi implicati nella risposta all’infezione da SARS-CoV-2:
Lo studio, pubblicato sulla rivista iScience, dimostra che una certa regione del genoma umano si associava in modo significativo col rischio di ammalarsi di Covid-19 e di ammalarsi in forma grave nei residenti in quelle aree più colpite dalla pandemia.
Questa regione risulta essere più importante di tutte le altre per capire perché ci si ammala gravemente. È un “aplotipo di rischio”, dicono i medici: “aplotipo” definisce un certo numero di variazioni di geni vicini l’uno all’altro che si ereditano tutti insieme. Questo aplotipo si trova sul cromosoma 3, comprende geni che contribuiscono alla sintesi di mediatori della risposta immune e altri che presiedono alla funzione di certe cellule degli alveoli polmonari. Fin qui niente di speciale, se non fosse che questo aplotipo arriva a Nembro, Alzano e Albino direttamente dai… Neanderthal, dopo essere passato attraverso duemila generazioni almeno.
È importante sottolineare, come si legge nell’introduzione di iScience: “The question of why the SARS-Cov-2 disaster overwhelmed the wealthy province of Bergamo, with its top-level hospitals, remains unanswered. Most likely, the outbreak was of such a size that any health system in Europe would have been overloaded.”
In altre parole, lo Studio non aveva affatto l’obiettivo di stabilire perché in una determinata area nella provincia di Bergamo ci fossero stati tanti casi di Covid-19 e tanti casi severi. Questo per il momento nessuno è ancora riuscito a stabilirlo.
Lo studio dei ricercatori del Mario Negri ha stabilito che chi è stato esposto al virus ed è portatore dell’aplotipo di Neanderthal aveva un rischio più del doppio di sviluppare Covid grave (polmonite), quasi tre volte in più di avere bisogno di terapia intensiva e un rischio ancora maggiore di aver bisogno di ventilazione meccanica rispetto alle persone che non hanno questo aplotipo.
L'originalità dell'approccio ORIGIN consiste nei seguenti punti:
Leggi il comunicato stampa qui.
Leggi The Wall Street Journal "Neanderthal Genes Are Linked to Severe Covid Risk" qui.