Data prima pubblicazione
January 27, 2020

Spettrometria di massa e malattie rare: la ricercatrice Lavinia Morosi spiega l'importanza di questa tecnica nell'oncologia

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La Fondazione Aiuti per la Ricerca sulle Malattie Rare (ARMR) sostiene da anni il Mario Negri e i suoi ricercatori dando un aiuto fondamentale alla ricerca nell’interesse dei malati affetti da patologie rare e, a volte, sconosciute. Quest'anno la Fondazione ha deciso di premiare un giovane ricercatore dell'Istituto, di età non superiore ai 38 anni, per la pubblicazione di un articolo scientifico sui tumori rari, elargendo un premio di 2.000 euro. La ricercatrice prescelta fa parte del Dipartimento di Oncologia, Laboratorio di Farmacologia Antitumorale, Unità di Farmacologia: la dr.ssa Lavinia Morosi, classe 1983, esperta di spettrometria di massa.

Per che cosa si distingue chi riceve il Paper Award?

"Requisito fondamentale della pubblicazione scientifica per vincere il premio è l'argomento, ovvero lo studio di un tumore raro che fosse ad alto impatto e di facile divulgazione ad un pubblico più ampio. Il lavoro, di cui sono primo autore, intitolato “Application of 3D Mass Spectrometry Imaging to TKIs”, pubblicato sulla rivista Clinical Pharmacology and Therapeutics, ha evidentemente soddisfatto le caratteristiche prescelte" racconta Lavinia.

Dicci qualcosa di più sul tuo studio e sulla tua linea di ricerca.

"Lo studio riguarda il mesotelioma pleurico. Si tratta di un tumore raro e molto aggressivo, generalmente causato dall’esposizione all’amianto. Non sono ancora disponibili terapie veramente efficaci per il suo trattamento, tanto che questa neoplasia si è purtroppo dimostrata resistente a diversi tipi di farmaci o combinazioni di farmaci. Recentemente nel nostro laboratorio abbiamo testato l’efficacia del farmaco Imatinib nel trattamento del mesotelioma, senza però ottenere risultati soddisfacenti nei modelli animali di malattia, nonostante il farmaco fosse in grado di eliminare le cellule tumorali coltivate in vitro" afferma Lavinia.

"Per spiegare questa apparente contraddizione abbiamo messo a punto una innovativa tecnologia basata sull’uso della spettrometria di massa ad altissima specificità e sensibilità. Questa tecnica, chiamata MALDI mass spectrometry imaging, ci permette di “vedere” il farmaco all’interno del tumore ricostruito tridimensionalmente. Infatti siamo riusciti a capire che l’inefficacia della terapia era dovuta alla scarsa distribuzione del farmaco all’interno del tumore: ampie aree tumorali non venivano raggiunte dal farmaco a causa delle caratteristiche strutturali del tumore stesso e per questo le cellule continuavano a proliferare indisturbate" spiega Lavinia.

"Grazie a questa tecnica, quindi, abbiamo identificato quale fosse il principale ostacolo al trattamento di questo tumore raro e ora stiamo lavorando per modificare la struttura del tumore in modo che i farmaci chemioterapici raggiungano tutte le cellule malate bloccandone la crescita".

Come spiegheresti in parole semplici la spettrometria di massa?

“E’ una tecnica analitica molto potente perché permette di misurare e identificare la presenza di determinate molecole all’interno di campioni biologici, ambientali, alimentari, o, come nel mio caso, in campioni derivanti da tessuti tumorali, con grandissima sensibilità e accuratezza”.

Che cosa è per te il Mario Negri e che cosa significa lavorare qui?

"Sin da piccola sono sempre stata molto curiosa e interessata a capire il funzionamento delle cose. Crescendo mi sono sempre più appassionata alle materie scientifiche e soprattutto alla biologia. Dopo la laurea ottenuta all'Università di Milano-Bicocca, ho continuato a lavorare nei laboratori di biochimica, conseguendo anche il titolo di dottore di ricerca. Il mio passaggio all’Istituto Mario Negri è avvenuto quasi per caso ed è stato davvero una svolta per me e un’incredibile opportunità di crescita professionale. Qui ogni giorno c’è una nuova sfida, un nuovo problema e... una nuova soluzione! Non ci si annoia mai!" spiega Lavinia. "All’Istituto Mario Negri si fa ricerca di altissimo livello in modo completamente indipendente, in un ambiente stimolante e in una struttura con strumentazioni all’avanguardia. Tra gli strumenti qui in Istituto abbiamo a disposizione, appunto, spettrometri di massa di ultima generazione".

Raffaella Gatta in collaborazione con Lavinia Morosi

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