L'esposizione al sole procura al nostro organismo parecchi benefici.
Il sole, infatti:
E’ assolutamente necessario, però, evitare che il bambino esposto al sole si scotti! Ecco alcuni validi consigli da seguire per esporre i bambini al sole in sicurezza.
Giocare con la sabbia o con la palla, fare il bagno, raccogliere le conchiglie... quando si è al mare tenere i bambini sotto l'ombrellone non è facile.
Così come spalmarli con la crema solare e convincerli a indossare cappellino, occhiali da sole e anche la maglietta.
Eppure è necessario perché proteggerli dai raggi ultravioletti significa tutelare la loro salute presente e futura.
Tra i fattori di rischio per lo sviluppo di tumori della pelle in età adulta c'è, infatti, l'intensa esposizione al sole in età infantile, con scottature ed eritemi.
Per evitare che succeda, è necessario:
Inoltre, occorre evitare l'esposizione diretta al sole dei neonati sotto i 6 mesi, mentre per i bambini più grandi, è il caso di evitare l’esposizione diretta nelle ore centrali del giorno (in estate, dalle 11 alle 17). Meglio esporli gradualmente al sole, iniziando con tempi brevi. Durante i primi giorni, se possibile, far indossare indumenti protettivi (indumenti anti-UV), soprattutto se i bambini sono piccoli, e utilizzare un cappellino ed occhiali da sole. Ricordate, poi, che il sole filtra anche attraverso i vestiti e l’ombrellone.
Un aiuto per valutare il momento migliore per esporsi al sole e per sapere come proteggersi è fornito da tante applicazioni per cellulari e anche dalle stesse previsioni meteo, attraverso le informazioni sull’ UV-index (Indice Universale della Radiazione UV Solare). Questo indice ci dice:
Le scottature e gli eritemi solari compaiono in molti casi dopo alcune ore che si è stati al sole e non durante l'esposizione. È sbagliato, quindi, pensare che il rischio sia presente solo se la pelle incomincia ad arrossarsi. I bambini con pelle molto chiara, capelli rossi o biondissimi sono quelli che più facilmente e più rapidamente vanno incontro a scottature e per cui è necessaria una maggiore attenzione e prudenza.
I prodotti solari dedicati ai bambini (che riportano spesso in etichetta il termine “kids”) sono in genere ad alta (SPF 50) o altissima protezione (SPF 50+) perché la loro pelle è più sensibile ai danni del sole. Per garantire una maggiore sicurezza d’uso spesso contengono meno ingredienti critici e nessuna contiene fragranze che potrebbero provocare allergie, trattandosi di un prodotto destinato alla pelle sensibile dei bambini.
Alcune creme contengono filtri solari di tipo chimico che possono essere assorbiti attraverso la pelle ed interferire con il sistema endocrino. Per questo motivo, ci sono sostanze controindicate nei bambini (per esempio oxybenzone, octocrylene, ecamsule); per maggiore cautela nei bambini al di sotto dei due anni di età è, in ogni caso, preferibile utilizzare creme contenenti filtri di tipo fisico (come per esempio l’ossido di zinco), preferibilmente non formulati come nanoparticelle. La stessa cautela è consigliabile nei bambini che soffrono di dermatite atopica.
In ogni caso, è sempre meglio chiedere un consiglio al pediatra sulla crema da utilizzare e sulle modalità di impiego.
Gli spray solari hanno una facilità d'uso maggiore e sono spesso preferiti dai bambini. Spruzzarsi la crema addosso è piacevole e permette di raggiungere anche le parti del corpo più difficili, senza contaminazioni con sabbia e acqua. La consistenza più leggera e il fatto che si asciughi velocemente sulla pelle sono aspetti apprezzati da chi li utilizza. Occorre però fare attenzione a non spruzzare la crema direttamente sul viso. Inoltre, è più difficile di regolarsi sulla quantità e maggiore la probabilità che si usi meno crema di quella necessaria per avere una protezione adeguata.
Generalmente, le creme solari vanno applicate almeno 15 minuti prima di esporsi al sole, e rimesse ogni due ore e sempre dopo il bagno in acqua o dopo abbondanti sudate, anche se sulla confezione della crema è scritto «resistente all’acqua». Ricordate di usare le creme anche all’ombra!!
La protezione solare, in realtà, andrebbe utilizzata ogni volta che il bambino è impegnato in attività all’aria aperta. E comunque, applicare la crema non vuol dire poter stare al sole tutto il tempo che si vuole.
Nessuna crema filtra completamente i raggi ultravioletti. Una parte, più o meno rilevante, può passare nonostante la crema. Per esempio, i solari con fattore di protezione (SPF) 50 bloccano al massimo il 98% dei raggi UVB. Inoltre, occorre considerare che l'SPF indicato in etichetta si riferisce solo alla protezione dai raggi UVB, responsabili della produzione di melanina e delle scottature, ma non ai raggi UVA, che penetrano in profondità nella pelle favorendone l'invecchiamento. Entrambi, UVB e UVA, concorrono all'aumento del rischio di tumori della pelle. Per questo motivo, una raccomandazione europea ha stabilito che nelle creme solari la protezione contro i raggi UVA sia almeno un terzo dell'SPF dichiarato in etichetta. Questo significa che anche con creme ad alta protezione, la percentuale di raggi UVA che raggiunge la pelle può essere importante.
Ma, così come è importante proteggere la pelle dall’azione dannosa dei raggi UVA e UVB, è altrettanto importante scegliere di farlo con prodotti he non abbiano un impatto negativo sull’ambiente marino.
Ogni anno, infatti, finiscono in mare circa 14 mila tonnellate di crema solare e una parte di queste contiene sostanze chimiche dannose per l'ecosistema che possono nuocere a numerosi organismi marini come alghe, molluschi, ricci di mare, fitoplancton, pesci, crostacei e mammiferi marini.
"I composti chimici che proteggono dai filtri UV più abbondanti nell'ambiente sono benzofenoni ed ensulizolo (in inglese phenylbenzimidazole sulphonic acid) - commenta Sara Castiglioni, responsabile del Laboratorio di Indicatori Epidemiologici Ambientali all'Istituto Mario Negri - Ci sono inoltre i cosiddetti "muschi e fragranze" che sono anche molto presenti e che possono biaccumularsi in pesci ed altri organismi. Il problema con queste sostanze è che vengono rilasciate direttamente in mari e laghi dopo l'uso e che possono persistere nell'ambiente o, come detto, bioaccumularsi negli organismi marini"
Oltre ai pericoli derivanti del sole, occorre preoccuparsi anche del caldo. Per evitare la disidratazione, è necessario offrire spesso da bere al bambino: acqua, succhi frutti o altre bevande non fredde e a piccoli sorsi. Inoltre, è preferibile un’alimentazione ricca di frutta e verdura.
Chi vive in città deve considerare i possibili rischi dovuti agli elevati livelli di ozono, un gas che si forma nelle ore più calde e che è irritante per le vie respiratorie. I bambini piccoli sono particolarmente sensibili agli effetti nocivi di questo gas e ancora più a rischio sono i bambini con asma.
In generale è meglio scegliere la mattina come momento della giornata da dedicare alle attività all’aria aperta. La mattina, infatti, le concentrazioni sono minori. Durante le ore centrali della giornata sarebbe meglio stare in case evitando che il bambino sia esposto al sole.
Per saperne di più
Estate in salute: come proteggerei vostri bambini. Opuscolo realizzato dal Ministero della Salute
La protezione solare per i bambini. Un pediatra per amico.
Antonio Clavenna - Laboratorio di Epidemiologia dell'età evolutiva
Raffaella Gatta - Editing (pubblicazione 2019 - pubblicazione aggiornamento 2022)
Ufficio Comunicazione - Editing (pubblicazione aggiornamento 2024)