I pericoli dello Snus e della nicotina da succhiare, sempre più di tendenza tra gli adolescenti.
Si chiama Snus ed è il tabacco “da succhiare” finito di recente sulle pagine di cronaca per il caso di due tredicenni di Ferrara, ricoverate in ospedale dopo averlo assunto. Le ragazze hanno avvertito giramenti di testa, tachicardia, nausea, vertigini. Tutti sintomi riconducibili a una sorta di “overdose” da nicotina, sostanza psicoattiva a cui l'organismo degli adolescenti è molto più sensibile di quello degli adulti.
Lo Snus è venduto esclusivamente in Svezia, è vietato in Italia e nel resto d'Europa. Ciononostante non è così difficile procurarselo: sono migliaia i siti che lo vendono online contravvenendo alle leggi svedesi e ad almeno tre direttive europee.
Legali, invece, sono le nicotine pouches (bustine o sacchetti di nicotina), in vendita in Italia col placet dello stato ai soli maggiorenni (in teoria). Le nicotine pouches si presentano in tutto e per tutto simili allo Snus in bustine, con la differenza che non contengono tabacco, ma nicotina aromatizzata. Anche per questo vengono anche chiamate, impropriamente, “Snus”, ragion per cui non è ancora chiaro se l'episodio di Ferrara sia legato allo Snus o, invece, ai sacchetti di nicotina.
Capiamo allora meglio qual è la differenza tra i due prodotti e quali sono gli effetti, in particolar modo tra i più giovani.
Diffuso in Svezia fin dal Settecento, lo Snus è chiamato anche “tabacco senza fumo” (smokeless tobacco) perché non si fuma, come le sigarette, né ha bisogno di essere masticato. Si mette invece tra il labbro e la gengiva superiore, dove viene tenuto per un tempo lento che può variare dai 30 ai 120 minuti, a seconda delle preferenze. In questo modo, la nicotina presente all'interno del tabacco viene assorbita direttamente dalla mucosa orale per poi entrare in circolo.
La materia prima dello Snus sono le foglie di tabacco essiccate, da cui viene ottenuta una polvere poi pastorizzata a vapore cui si aggiungono aromi e altre sostanze per fare in modo che si conservi più a lungo. Si presenta in microbustine, che ricordano quelle del tè, solo che all’interno contengono tabacco. Viene confezionato in piccole scatoline rotonde, che ricordano le scatolette di mentine di un tempo.
Lo Snus è vietato in Unione Europea dal 1992 - con l’eccezione della Svezia - per una buona ragione. Il motivo originario sono i risultati di uno studio condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella seconda metà degli anni Ottanta, che ha dimostrato che l'uso orale di tabacco può risultare carcinogeno per gli esseri umani. Sebbene lo Snus, non essendo un prodotto da inalare, non contenga le sostanze nocive prodotte dalla combustione del tabacco nelle sigarette, si ritiene possa aumentare il rischio di tumori del cavo orale, in particolare a guance e gengive.
La concentrazione di nicotina presente nello Snus, inoltre, è estremamente elevata: una sola bustina può fornire una dose di nicotina molto superiore a quella di una sigaretta, aumentando il rischio di dipendenza, ipertensione e problemi cardiovascolari.
Disponibili sul mercato negli invitanti gusti di frutta, vaniglia, menta o liquirizia, le bustine di nicotina - anche note come nicotine pouches, nic pouches o sacchetti di nicotina - nell'aspetto sono molto simili allo Snus in bustine ma, a differenza di quest'ultimo non contengono tabacco, ma microcristalli o sali di nicotina miscelati ad altri ingredienti e aromi.
Come lo Snus, le nicotine pouches sono comode, pratiche, facilissime da usare: si posizionano fra labbro e gengive e si tengono in bocca per circa 30 minuti. Ragion per cui possono essere usate in tutti i luoghi in cui è vietato fumare (le due studentesse colpite da malore hanno infatti potuto far uso della nicotina in busta in aula durante le lezioni, indisturbate).
L’episodio di Ferrara ha acceso i fari su quello che sembra essere un trend sempre più in voga tra i giovani italiani, quello della “nicotina da succhiare”.
Solo qualche numero: il 6,8% degli studenti italiani tra i 15 e i 19 anni ha utilizzato nicotine pouches almeno una volta nella vita, il 3% lo ha fatto nell’ultimo mese. Sono gli ultimi dati emersi dallo studio ESPAD®Italia 2024, coordinato dalla dott.ssa Sabrina Molinaro, ricercatrice presso il CNR, sul consumo di sostanze psicoattive e i comportamenti a rischio messi in atto dagli studenti italiani. Gli utilizzatori di nicotine pouches consumano in percentuali maggiori anche le sigarette elettroniche, i prodotti a tabacco riscaldato e il tabacco da sniffo o fiuto. Sul consumo dello Snus svedese tra i giovani italiani non abbiamo invece dati precisi, anche se è ragionevole pensare che il mercato illegale del prodotto - soprattutto sul web - sia abbastanza florido.
Il problema di base – e vale sia per gli Snus che per le bustine di nicotina, appunto – è la nicotina, sostanza alla quale gli adolescenti sono particolarmente sensibili e che può essere contenuta in concentrazioni altissime in questo tipo di prodotti.
Mentre il limite fissato per le bionde tradizionali è di 1mg di nicotina per sigaretta, alcune varianti di Snus arrivano a contenere fino a 43 mg di nicotina per grammo di prodotto, le nicotine pouches possono contenerne fino a 50 milligrammi.
La nicotina è una neurotossina dagli effetti stimolanti che dà elevata dipendenza, induce la produzione di adrenalina e genera l’aumento della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca e provoca la costrizione dei vasi sanguigni alterando la condizione cardiovascolare: “Le botte di nicotina - sottolinea Silvano Gallus, Responsabile del Laboratorio di Ricerca sugli Stili di Vita dell'Istituto Mario Negri - possono dare degli effetti cardiovascolari importanti soprattutto nei più giovani”.
Ma non è tutto. Gli effetti acuti della nicotina ad alte concentrazioni svaniscono rapidamente, così come la sensazione di benessere e rilassamento che dà la sostanza. Questo spinge il consumatore ad un utilizzo continuo per prolungarne gli effetti e prevenire l’astinenza. E la possibilità di assumere Snus e sacchetti di nicotina senza interruzioni aumenta il rischio di dipendenza.
Tutto questo rende questi prodotti potenzialmente molto pericolosi, soprattutto se utilizzati, come spesso accade, in concomitanza con altre modalità di consumo della nicotina, come il fumo tradizionale e lo svapo.
È chiaro quindi che tabacco orale o la nicotina da succhiare non rappresentano un’alternativa sana al fumo: “Si tratta di prodotti promossi dall’industria come un’alternativa alle sigarette tradizionali, così come la sigaretta elettronica, ma in realtà gli adulti che vorrebbero smettere di fumare non ci pensano neanche a passare a questi prodotti. Nel 2024 abbiamo chiesto ai fumatori di un importante campione rappresentativo di adulti italiani che tipo di prodotti consumassero, tra i prodotti abbiamo inserito anche le nicotine pouches: nessuno ha risposto “sacchetti di nicotina”. Questo vuol dire che gli adulti non sono interessati a questi prodotti ma lo sono essenzialmente i ragazzini” commenta Gallus.
“In Italia, in realtà i sacchetti di nicotina sono stati lanciati in commercio prima del 2022 ma subito ritirati perché valutati come pericolosi sia dall’Istituto Superiore di Sanità che dal Ministero della Salute che dal Consiglio Superiore di Sanità. È stato riscontrato infatti che questi prodotti danno seri rischi per la salute, soprattutto quella cardiovascolare. Tuttavia, la “nicotine pouches”, a seguito della pressione dell’industria del tabacco che su queste aveva fatto grossi investimenti sono state legalizzate da un decreto milleproroghe del 2022. A fine 2023 sono entrate in commercio”.
Questo nonostante i pareri espressi dalle istituzioni e anche andando contro una mozione contro la commercializzazione dei sali di nicotina in Italia coordinata proprio dall’Istituto Mario Negri in collaborazione con la Società Italiana di Tabaccologia (SITAB) ma anche con l’Associazione Culturale dei Pediatri (ACP), la Fondazione Umberto Veronesi e Altroconsumo, l’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Roma.
“Non avevamo bisogno di questo nuovo prodotto – conclude Gallus - anche perché dispositivi medici contenenti nicotina sono già in commercio per i fumatori da decenni nelle farmacie nei formati più svariati (cerotti, caramelle, chewing gum – e spray). Si tratta di dispositivi medici che hanno subito controlli e ottenuto l’approvazione da un’autorità regolatoria che ne ha testato l’efficacia e la sicurezza, a differenza delle nicotine pouches, che sono nel libero commercio solo per diffondere la dipendenza da nicotina”.
Marianna Monte | Giornalista