Data prima pubblicazione
June 6, 2023

Punti salienti dell’incontro: “Salve Lucrum”: come salvare Il Servizio Sanitario Nazionale dalla Privatocrazia

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Milano, 6 Giugno – Si è concluso presso la sede milanese dell’Istituto Mario Negri l’ottavo incontro organizzato dal Centro Studi di Politica e Programmazione Socio-Sanitaria, con l’obiettivo di promuovere un confronto pragmatico per la riorganizzazione e il rilancio del SSN.

Relatori dell’incontro Chiara Cordelli – Professoressa presso l’Università di Chicago, Giuseppe Remuzzi – Direttore dell’Istituto Mario Negri e Ivan Cavicchi – Professore presso l’Università Tor Vergata di Roma.

Punto di partenza è l’articolo 32 della costituzione secondo cui è la Repubblica a dover tutelare la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività. Un diritto fondamentale che tuttavia nello stato attuale delle cose è disatteso, facendo emergere, come spiega Giuseppe Remuzzi, un problema culturale laddove si avvalla una società che fonda il benessere della popolazione sulla concorrenza, sul libero mercato e dà sempre più credito e più potere a un sistema orientato alle prestazioni e al profitto, finendo per rispondere agli interessi degli azionisti che ai bisogni degli ammalati.

Viene meno in questo modo anche un altro principio cardine, ovvero quello della democrazia, come illustra Chiara Cordelli. In un sistema di privatocrazia dove i privati agiscono come agenti dello Stato è inevitabile che si crei un conflitto irrisolvibile dove più si privatizza, più lo stato da un lato perde controllo direttivo e accesso alle informazioni, mentre dall’altro aumentano le disuguaglianze economiche e si creano le condizioni affinché si indebolisca quel riconoscimento delle istituzioni alla base di un rapporto di fiducia tra stato e cittadini. Si perde in questo modo il valore della democrazia che è proprio quello di assicurare le condizioni di giustizia e libertà tramite un processo decisionale capace di eliminare, o almeno minimizzare, il dominio di alcuni su altri.

L’unico modo per invertire questa deriva è avviare una quarta riforma che riparta, secondo Ivan Cavicchi, dalla legge 833 del 1978, correggendo gli errori e gli squilibri causati dalle controriforme attuate negli anni ’90 e che ne hanno deviato l’evoluzione. Il primo squilibrio riguarda la rottura del rapporto tra economia e sanità, per cui oggi la sanità viene concepita come un costo in antitesi alla produzione di ricchezza del paese. Va trovata una nuova alleanza di compossibilità che li renda privi di contraddizione. Il secondo squilibrio riguarda la riduzione al minimo essenziale della spesa per la prevenzione. Il terzo squilibrio riguarda il rapporto tra pubblico e privato. In quarant’anni il pubblico è passato da una condizione di monopolio a una di gregario, dove il privato ha preso il sopravvento, annullando ogni forma di democrazia. La situazione è aggravata dal fatto che il privato è fortemente agevolato fiscalmente creando una concorrenza sleale a svantaggio del pubblico. Un altro sbilanciamento, grande errore della riforma sanitaria, è che sono stati riordinati i servizi senza modificare le prassi professionali che c’erano nel sistema mutualistico, danneggiando il sistema.

L’idea della quarta riforma è di rimettere in equilibrio questi aspetti per sanare la situazione con l’obiettivo, poi, di rimettere al centro della politica una programmazione sanitaria vera, concepita per obiettivi piuttosto che seguendo logiche locali e regionali come accade oggi, in modo da facilitare un rapporto organico tra economia e sanità; di riaffermare il principio dell’art. 46 della 833 per cui le tutele integrative devono essere a carico del singolo e non compartecipate dal pubblico; di sollecitare un finanziamento straordinario alla sanità, per abbattere il tetto alle assunzioni, ma solo a patto che si sia disposti a superare gli squilibri del passato.

Per rivedere la diretta è possibile accedere al seguente link.

Per ulteriori informazioni:

Daniela Abbatantuono (Mob. 339 608 39 53)

Laura Generali (Mob. 347 003 80 63)

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