Data prima pubblicazione
September 27, 2024

Malattie cardiovascolari: cosa sono e come prevenirle

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Se il cuore si ammala mette a rischio il benessere di tutto il nostro corpo. Tutto sulle malattie cardiovascolari e su come proteggere la salute dell'organo muscolare che rappresenta il centro motore dell'apparato circolatorio. Anche grazie alla ricerca.

Indice

Il cuore è, assieme al cervello, l’organo più “importante” del nostro corpo. Il motore che "pompa" il sangue ossigenato ricco di nutrienti essenziali ricevuto dai polmoni e lo trasporta, attraverso la circolazione sanguigna, verso le cellule dei tessuti e degli organi, dove avviene lo scambio con l'anidride carbonica, prodotto di scarto dell'attività metabolica delle cellule. L'anidride carbonica viene poi riportata ai polmoni per essere eliminata. Il nostro cuore riceve e pompa circa 8000 litri di sangue al giorno, senza fermarsi mai. Lo spinge attraverso i circa 100.000 km di vasi sanguigni del corpo umano: due volte e mezzo il giro della Terra. Un lavoratore instancabile che permette a tutti gli organi di ricevere ossigeno e nutrimento.

Per vivere bene e in salute è fondamentale mantenere il cuore sano perché, se il cuore si ammala, è a rischio il benessere di tutto l’organismo. Proprio per questo, il 29 settembre, si celebra la Giornata Mondiale del Cuore (World Heart Day). L'obiettivo è informare e sensibilizzare la popolazione sull'importanza della prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte in tutto il mondo (quasi 18 milioni l'anno secondo l'Oms) e la prima causa di morte sia in Italia (30,8%) sia in Europa, dove pesano per il 32%, seguite da quelle oncologiche (22%).

Quali sono le malattie cardiovascolari

Le malattie cardiovascolari comprendono un insieme di patologie che colpiscono il cuore e i vasi sanguigni. Si dividono in: malattie ischemiche cardiache, come l'infarto del miocardio e l'angina pectoris e malattie cerebrovascolari, come l'ictus ischemico ed emorragico.

Tra le patologie più diffuse ritroviamo:

  • Infarto del miocardio (Attacco di cuore): una condizione in cui il flusso di sangue al cuore è bloccato, solitamente a causa di un coagulo di sangue in una delle arterie coronarie.
  • Ictus: si verifica quando l’afflusso di sangue a una parte del cervello viene interrotto o ridotto, impedendo al tessuto cerebrale di ricevere ossigeno e nutrienti.
  • Malattia coronarica: è causata dall'accumulo di placche di colesterolo nelle arterie coronariche, che possono restringere e ridurre il flusso di sangue al cuore.
  • Scompenso cardiaco: è un insieme di sintomi legati all’incapacità del cuore di pompare sangue in modo efficace, portando a sintomi come affaticamento, difficoltà respiratorie e gonfiore delle gambe e caviglie.
  • Aritmie: sono disturbi del ritmo cardiaco che possono causare battiti cardiaci irregolari, troppo veloci o troppo lenti.
  • Cardiomiopatie: Malattie del muscolo cardiaco che possono portare a un funzionamento anomalo del cuore.
  • Malattia arteriosa periferica: una condizione in cui le arterie che forniscono sangue alle estremità, come le gambe, sono ostruite o ristrette, causando dolore e difficoltà nel camminare.
  • Ipertensione (pressione sanguigna elevata): si verifica quando la pressione del sangue nelle arterie è persistentemente elevata, aumentando il rischio di infarto, ictus e altre malattie cardiovascolari.
  • Aneurisma: dilatazione anomala e permanente della parete arteriosa o venosa che la indebolisce. Il vaso può rompersi dando luogo a una emorragia interna.
  • Endocardite: un'infezione del rivestimento interno del cuore (endocardio), spesso causata da batteri che entrano nel flusso sanguigno.
  • Malattia delle valvole cardiache: problemi con le valvole del cuore che possono compromettere il flusso di sangue attraverso il cuore.

I fattori di rischio cardiovascolare

Le malattie cardiovascolari sono influenzate da diversi fattori di rischio, condizioni che aumentano la probabilità di sviluppare una malattia cardiovascolare o aggravarla se già presente. I fattori di rischio possono essere suddivisi in “non modificabili” e “modificabili” attraverso interventi di tipo comportamentale e terapie mirate.

Fattori di rischio non modificabili

Tra i fattori di rischio non modificabili ritroviamo l’età e il sesso. Generalmente gli uomini hanno un rischio più elevato di sviluppare questo tipo di patologie rispetto alle donne (anche se dopo la menopausa il rischio per le donne aumenta). Anche la storia familiare può rappresentare un rischio, in particolar modo se si hanno parenti di primo grado che soffrono di queste patologie.

Fattori di rischio modificabili

Fra i più importanti fattori di rischio modificabili vi sono:

  • Tabagismo (fumo e uso di altri prodotti del tabacco).  È tra i fattori di rischio più nocivi per la salute, ed è solo in parte dipendente dalla quantità e dal tipo di tabacco utilizzato. Il vizio del fumo provoca alterazioni nei vasi sanguini che portano all’insorgenza di ipertensione arteriosa, e anche contribuiscono ad aumentare la probabilità di aterosclerosi. Anche il fumo passivo contribuisce ad aumentare il rischio cardiovascolare sia pure in modo minore.
  • Sovrappeso/obesità. L’aumento di peso protratto nel tempo aumenta il rischio di malattia cardiovascolare anche perché si associa spesso a ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e iperglicemia. Il rischio cardiovascolare aumenta quindi al crescere dell’indice di massa corporea (IMC o body mass index, BMI) e della circonferenza addominale.
  • Sedentarietà/scarsa attività fisica: La sedentarietà associata a scorretta alimentazione aumenta il rischio di sovrappeso (vedi sovrappeso/obesità).
  • Scorretta alimentazione. Uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari è rappresentato da un’alimentazione ricca di alimenti ultra processati grassi saturi e/o di sodio e/o povera di verdure, frutta e pesce e/o caratterizzata da un apporto calorico inadeguato rispetto al fabbisogno energetico, in termini poveri, un'alimentazione non equilibrata e ipercalorica. Esiste un correlazione tra la quantità di grassi saturi nella dieta e l’insorgenza di malattie cardiovascolari. Per quanto riguarda il sale, vi sono prove di una relazione causale tra l’introito di sodio e i livelli di pressione arteriosa: un consumo eccessivo di sodio si associa a un’aumentata prevalenza di ipertensione arteriosa e, in particolare, a un aumento età-correlato della pressione sistolica.
  • Consumo rischioso e dannoso di alcol: il consumo eccessivo di alcol contribuisce a innalzare la pressione arteriosa, favorisce l’aumento di peso, modifica la risposta all’insulina, danneggia la funzionalità epatica e interferisce con il metabolismo di molti farmaci.
  • Ipertensione arteriosa: L’elevata pressione del sangue nelle arterie (≥ 140/90 mmHg) è uno dei fattori di rischio cardiovascolari più importanti ed è molto diffuso nella popolazione. Circa l’80% delle persone ipertese dichiara di essere in trattamento farmacologico e di aver ricevuto consigli per tenere sotto controllo la pressione arteriosa, come diminuire il consumo di sale (86%), svolgere regolarmente attività fisica (82%) e controllare il peso corporeo (80%).
  • Dislipidemie. Si parla di dislipidemia quando ci sono elevati valori di colesterolo (totale e LDL), valori di colesterolo HDL ed elevati valori di trigliceridi, secondo le raccomandazioni. L’ipercolesterolemia, che è associata all’età e all’eccesso ponderale (persone in sovrappeso/obese), non mostra differenze di genere. Poco più di 1/3 degli ipercolesterolemici dichiara di essere in trattamento farmacologico e la maggior parte ha ricevuto il consiglio di consumare meno carne e formaggi (89%) e più frutta e verdura (81%), di fare regolare attività fisica (83%) e di controllare il peso corporeo (78%).
  • Diabete mellito. L’iperglicemia, valori elevati di glucosio nel sangue, danneggia l’endotelio (pareti dei vasi sanguini) e aumenta il rischio di malattie cardiovascolari.
  • Fattori climatici e inquinamento atmosferico. Nell’ultimo decennio, un numero crescente di evidenze epidemiologiche e cliniche ha dimostrato una correlazione tra i fattori climatici e il rischio cardiovascolare. Di particolare interesse è il ruolo svolto dai diversi inquinanti ambientali, tra i quali monossido di carbonio, ossido di azoto, anidride solforosa, ozono, piombo e il particolato, rappresentato dalle polveri totali sospese nell’aria che respiriamo. Questi inquinanti sono associati a maggiore ospedalizzazione e mortalità per malattie cardio-cerebrovascolari, soprattutto nelle persone con insufficienza cardiaca congestizia e/o aritmie. Anche una riduzione delle temperature (stagione invernale), si associa a una aumentata incidenza di eventi cardiovascolari.

I sintomi

I sintomi delle malattie cardiovascolari possono variare a seconda della specifica condizione e della gravità del problema. Di solito rimangono a lungo silenti, ce ne si accorge solo quando sono molto evidenti. Come ad esempio la sensazione di pressione, oppressione o dolore al centro del petto tipica dell’attacco di cuore. Oppure l’improvviso intorpidimento o debolezza, soprattutto su un lato del corpo o la difficoltà a comprendere il linguaggio caratteristici dell’ictus. Il battito cardiaco rapido o irregolare associabile a uno scompenso cardiaco o ad aritmie.

La Prevenzione: cosa puoi fare per dare una mano al tuo cuore?

La prevenzione inizia dal singolo cittadino ed è importante agire su tutti i fattori di rischio modificabili. Gli stili di vita salutari rappresentano l’arma più efficace per contrastare l’insorgenza e la progressione delle malattie cardiovascolari. Adotta e mantieni stili di vita salutari, possibilmente lungo tutto il corso della vita. Ecco alcuni consigli:

  1. Abolire il fumo. Non fumare ed evita il consumo di qualsiasi prodotto contenente tabacco e con nicotina nonché l’esposizione al fumo passivo. Non fumare fa bene alla salute in generale.
  2. Seguire una dieta sana e equilibrata. Ad esempio adotta la dieta Mediterranea, una dieta ricca di frutta e verdura (4-5 porzioni al giorno), cereali integrali e frutta secca, con un consumo settimanale di pesce e legumi (2-3 volte a settimana). Privilegia gli oli vegetali, in particolare l’olio extra-vergine di oliva, limitando il consumo di grassi di origine animale (burro, lardo, panna). E’ importante limitare l’assunzione di insaccati, cibi ultra processati e dolci per il loro alto contenuto in sale e zuccheri.
  3. Svolgi attività fisica regolare (almeno 30 minuti per 5-7 volte alla settimana). Un'attività fisica continuativa aiuta non solo a prevenire le malattie cardiovascolari ma anche a tenere sotto controllo i principali fattori di rischio come ipertensione, dislipidemia, diabete e sovrappeso e obesità. Se non fai sport, mantieniti in movimento camminando, usando la bicicletta o sali le scale invece di prendere l’ascensore.
  4. Controllare il peso. Mantieni o ottieni un peso corporeo ottimale seguendo una dieta sana ed equilibrata, assumendo la quantità di calorie adeguata e praticando attività fisica.
  5. Eseguire controlli regolari della salute. Specialmente se sono presenti fattori di rischio cardiovascolare come ipertensione, dislipidemia o diabete mellito.

Per le persone già affette da malattie cardiovascolari è importante non solo adottare e mantenere comportamenti salutari, ma anche assumere i farmaci come da prescrizione medica ed effettuare gli esami e le visite di controllo nei tempi indicati dal medico curante.

Per tutti gli altri è consigliabile mettere in agenda a partire dai 40 anni in su un checkup annuale per controllare i valori di pressione arteriosa, colesterolo e glicemia (soprattutto se ci sono familiari portatori di queste condizioni di rischio), continuando poi a monitorare nel tempo questi parametri.

La ricerca sulla prevenzione cardiovascolare

La prevenzione delle malattie cardiovascolari è un campo di ricerca molto attivo, con numerosi studi che cercano di identificare strategie efficaci per ridurre i fattori di rischio e migliorare la salute cardiaca. Ma, nonostante i progressi, sono ancora molte le sfide nella traduzione delle conoscenze scientifiche e cliniche nei comportamenti quotidiani. Solo un italiano su due dichiara di fare «qualcosa» per la prevenzione cardiovascolare (e solo 1 su 10 ritiene di fare «molto»), concentrandosi sull’alimentazione (50%), sul movimento e sull’attività fisica (39%). A effettuare controlli ed esami medici regolari è il 18% e solo l’11% dichiara d’impegnarsi a ridurre il fumo. Gli ostacoli che rallentano le azioni preventive sono molteplici: modifica dello stile di vita (39%), scarsa consapevolezza del rischio (33%), mancanza di informazioni su cosa fare per la prevenzione (27%) e scarsa comunicazione/supporto da parte del medico (21%).

La ricerca cardiovascolare nell’Istituto Mario Negri

L'Istituto Mario Negri IRCCS ha una lunga tradizione di ricerca clinica e conduce studi osservazionali e sperimentazioni cliniche controllate nell'ambito della prevenzione cardiovascolare sia a livello nazionale che internazionale. Inoltre, una parte rilevante dell'attività è dedicata alla farmacoepidemiologia e all'uso razionale dei farmaci, attraverso l'analisi delle prescrizioni, dei ricoveri e delle prestazioni ambulatoriali derivanti da grandi database amministrativi.

Studi osservazionali

  • Studio SKIM
    Lo studio SKIM è uno studio nazionale in cui sono stati coinvolti 2900 soggetti arruolati presso ambulatori di Medicina Generale. Lo scopo principale è facilitare la stima del rischio cardiovascolare, raccomandato in tutti i soggetti di età superiore a 40 anni. Tramite la raccolta di semplici variabili cliniche (analisi del sangue, misurazione pressione sanguigna) e dati sugli stili di vita, sarà sviluppato un algoritmo che permette di identificare gli individui a minor rischio cardiovascolare in modo di ottimizzare i programmi di screening cardiovascolari, concentrando le risorse nella prevenzione dei soggetti ad alto rischio. Lo studio è finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito del Bando Ricerca Finalizzata 2016 e i risultati saranno pubblicati a breve.
  • Studio PAD&CAD
    Lo studio PAD&CAD ha l’obiettivo di indagare la prevalenza dell’arteriopatia periferica (PAD), condizione in cui c’è una riduzione della circolazione del sangue nelle arterie delle braccia e delle gambe nei soggetti con coronaropatia (CAD), patologia coronarica stabile. L'arteriopatia periferica interessa più spesso gli arti inferiori, è per questo motivo che valutando il rapporto tra il valore di pressione sistolica alla caviglia e quello a livello del braccio (indice caviglia-braccio o ankle-brachial index (ABI)), si può diagnosticare una malattia vascolare ostruttiva agli arti inferiori, prima che si manifesti. Lo studio, che ha coinvolto più di 700 partecipanti arruolati in Medicina Generale, sarà pubblicato entro la fine del 2024.
  • Biobanca SATURNE
    Parte cruciale della ricerca cardiovascolare sono gli studi sui biomarcatori, molecole circolanti nel sangue che rappresentano indicatori biologici correlati con l'insorgenza o lo sviluppo di una malattia o con la risposta a un determinato trattamento. Nel corso di studi clinici vengono raccolti campioni biologici poi conservati nella biobanca SATURNE. Nel corso degli ultimi 15 anni in biobanca sono stati raccolti circa 60000 campioni biologici di soggetti coinvolti in studi clinici nell’ambito cardiovascolare (ad esempio infarto miocardico, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale) che hanno portato alla pubblicazione di più di 60 lavori su riviste internazionali, grazie anche a collaborazioni scientifiche con centri accademici e con aziende. La biobanca rappresenta un’importante risorsa a supporto della ricerca, contribuendo alla identificazione di biomarcatori per migliorare la diagnosi precoce, predire l’evoluzione della patologia e identificare nuove cure nell'ottica di una medicina sempre più personalizzata.

Sperimentazioni cliniche

  • CV PREVITAL
    Lo studio CV PREVITAL, supportato dal Ministero della Salute, nasce su indicazione del Parlamento e si inserisce in uno studio più generale che si è svolto a livello nazionale e che coinvolge i Medici di Medicina Generale (MMG) e gli IRCCS della Rete Cardiovascolare. Obiettivo dello studio è valutare l’efficacia di un intervento di m-Health, un’app scaricabile sul proprio smartphone ideata per il monitoraggio, l’educazione e la gestione dei più importanti fattori di rischio e per rilevare e modificare gli stili di vita scorretti (cattiva alimentazione, inattività fisica, fumo) attraverso messaggi periodici personalizzati. Lo studio, che ad oggi ha arruolato più di 27.000 partecipanti in tutta Italia, si concluderà a novembre 2024.
  • ASPIRE-AF
    Studio internazionale coordinato dal Population Health Research Institute (PHRI) di Toronto, un centro di eccellenza nell’ambito della ricerca clinica, che si propone di valutare gli effetti degli anticoagulanti orali non vitaminici K (NOAC) in pazienti con Fibrillazione Atriale perioperativo. I pazienti verranno seguiti per 2 anni per studiare l’effetto della terapia sulla prevenzione dell’ictus. Questo studio sta attualmente reclutando pazienti in quattro centri Italiani.
  • CVRISK-IT
    Consapevole della necessità urgente di prevenire le malattie cardiovascolari, il Parlamento ha finanziato “AL CUORE DELLA PREVENZIONE – Approcci integrati per una prevenzione cardiovascolare di precisione personalizzata: lo studio CVRISK-IT”, la più importante iniziativa promossa sul tema delle malattie cardiache nel nostro Paese coordinata dalla Rete Cardiologica IRCCS.
    Obiettivo principale del progetto è valutare l’efficacia di una modifica al paradigma valutativo di prevenzione sin qui adottato. Gli attuali modelli algoritmici di previsione di rischio cardiovascolare si basano infatti su fattori di rischio individuali quali età, sesso, abitudine al fumo, pressione arteriosa e livelli di colesterolo. Sfugge a questi preziosi indicatori predittivi una zona grigia in cui il pericolo di malattia cardiovascolare, pur presente, non è ancora elevato. CVRISK-IT fornirà le risposte ai quesiti mancanti introducendo nello studio tre modificatori di rischio: la componente ereditaria, la presenza e la quantità di calcio coronarico e l'analisi dell'arteria carotidea. Conoscere meglio questi fattori renderà possibile intervenire con maggiore personalizzazione, di determinare una migliore aderenza alle prescrizioni, di modificare lo stile di vita e seguire trattamenti specifici.
    Lo studio prevede il coinvolgimento di 30.000 soggetti in tutta Italia. L’avvio è previsto per gennaio 2025.
  • Myths
    Obiettivo principale dello studio Myths è valutare l’efficacia della terapia corticosteroidea (metilprednisolone) endovena nel trattamento delle miocarditi acute. Questo studio sta attualmente reclutando pazienti in 32 centri Italiani.
  • Mythic
    La maggior parte dei casi di miocardite ha un'origine virale o autoimmune, mentre sporadicamente è stata segnalata una predisposizione genetica. Dati recenti indicano un ruolo rilevante della genetica, con varianti genetiche patogene associate a cardiomiopatie dilatative o aritmogene riscontrate nell'8-31% dei pazienti con cardiomiopatia infiammatoria cronica e disfunzione sistolica ventricolare sinistra (LV).
    Obiettivo dello studio Mythic è quello di indagare il genotipo in pazienti fenotipicamente ben caratterizzati da cardiomiopatia infiammatoria cronica (Infl-CMP) e studiare l'interazione tra infiammazione miocardica e genotipo patogeno per comprendere meglio il ruolo di tali varianti genetiche nella patogenesi della Infl-CMP.
    Questo studio sta attualmente reclutando pazienti in 10 centri Italiani.
  • REBOOT
    Tra i progetti attualmente in corso c'è REBOOT, uno studio condotto in Spagna e Italia che mira a valutare diversi eventi clinici come mortalità, re-infarto o ricovero per scompenso cardiaco/insufficienza cardiaca per un periodo minimo di 2 anni. Obiettivo: valutare i benefici di una terapia prolungata con beta-bloccanti, una classe di farmaci in grado ridurre la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, nei pazienti dimessi dopo un infarto miocardico acuto, con una funzione ventricolare conservata.
    In Italia sono stati inclusi 1871 pazienti seguiti per un periodo di 3 anni. I risultati di questo studio saranno fondamentali per chiarire una questione molto discussa attualmente tra gli specialisti a livello internazionale.

Marianna Monte | Giornalista

Maria Luisa Ojeda Fernandez | Laboratorio Prevenzione Cardiovascolare

Deborah Novelli  | Unità Biomarcatori di Danno Cerebrale e Cardiovascolare (Biobanca)

Marta Baviera  | Laboratorio di Prevenzione Cardiovascolare

Jennifer Meessen  | Laboratorio di Ricerca Clinica sul Danno Cerebrale e Cardiovascolare

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