Tutto sulla malattia che viene dal Congo, una malaria grave che si manifesta sotto forma di malattia respiratoria.
Tra il 24 ottobre e il 5 dicembre 2024, nella zona di Panzi, situata nella provincia di Kwango, nella Repubblica Democratica del Congo, è stata segnalata un'epidemia di una malattia respiratoria di origine sconosciuta. Al 5 dicembre, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha riportato 406 casi e 31 decessi. Il numero ufficiale dei casi nel frattempo è salito a 592, con un tasso di mortalità del 6,2%
L'epidemia ha colpito principalmente i bambini:
I sintomi riportati dai pazienti includono:
Per affrontare l'epidemia, una squadra di risposta rapida provinciale è stata dispiegata a Panzi il 30 novembre 2024, seguita da una gruppo multidisciplinare supportato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità il 07 dicembre. Le attività principali includono:
Inizialmente si sospettava una polmonite atipica o una nuova forma di infezione respiratoria non nota di origine batterica o virale. Tuttavia, i test preliminari hanno rilevato che 10 su 12 campioni raccolti (80%) sono risultati positivi alla malaria. Il Direttore Generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha sottolineato che “l'area colpita presenta alti livelli di malnutrizione e bassa copertura vaccinale, lasciando i bambini vulnerabili a malattie come malaria, polmonite e morbillo”. La Repubblica Democratica del Congo è inoltre alle prese con un focolaio atipico di mpox, che aggrava ulteriormente le condizioni generali di salute della popolazione locale.
In un comunicato del 17 dicembre 2024, il Ministero della Sanità della Repubblica Democratica del Congo ha confermato che "il mistero è finalmente stato risolto. Si tratta di un caso di malaria grave, sotto forma di malattia respiratoria, indebolito dalla malnutrizione".
La malaria è una malattia causata da protozoi parassiti appartenenti al genere Plasmodium, trasmessi all’uomo attraverso la puntura di zanzare femmine infette, in particolare quelle del genere Anopheles. Questa zanzara è comune in molte aree tropicali e subtropicali ed è responsabile della trasmissione di diverse malattie, quali la febbre West Nile.
La malaria si manifesta con febbre alta, brividi, sudorazione, stanchezza e, nei casi più gravi, può portare a complicazioni pericolose per la vita, come danni agli organi o coma.
La malattia può essere curata con farmaci specifici, come l’artemisinina e i suoi derivati, spesso combinati con altri medicinali. La scelta del trattamento dipende dal tipo di Plasmodium e dalla gravità dell’infezione. La prevenzione è fondamentale e include l’uso di zanzariere, repellenti, insetticidi e, per chi viaggia in zone a rischio, farmaci preventivi (profilassi antimalarica).
Questo evento riflette un problema più ampio nei contesti a basso reddito, dove la malaria continua a rappresentare una delle principali cause di mortalità infantile, aggravata da fattori socioeconomici e sanitari.
Secondo l'ultimo rapporto mondiale sulla malaria dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2023 si sono registrati circa 263 milioni di casi di malaria e 597.000 decessi a livello globale. Questi numeri rappresentano un aumento di circa 11 milioni di casi rispetto al 2022, sottolineando l'urgente necessità di rafforzare la prevenzione di questa malattia e per prevenire crisi simili in futuro.
Ad oggi, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il rischio di diffusione di questa forma grave di malaria come:
Come descritto sopra, il rischio di diffusione di questa malattia al di fuori della Repubblica Democratica del Congo, inclusa l'Italia, è considerato basso. Il Ministero della Salute italiano ha istituito una task force per monitorare la situazione e ha intensificato i controlli nei porti e aeroporti.
La situazione richiede un monitoraggio continuo, ulteriori indagini sui campioni raccolti e un rafforzamento dei sistemi sanitari locali. Investire nella prevenzione, nella nutrizione e nell'accesso alle cure rimane essenziale per mitigare emergenze future, specialmente nelle regioni più vulnerabili.
Luca Perico | Laboratorio Biologia Cellulare e Medicina Rigenerativa