Data prima pubblicazione
December 18, 2019

La pizza, dopo il premio Ig Nobel, continua a far parlare di sé portando sotto i riflettori la dieta mediterranea

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Ogni anno la prestigiosa Università americana di Harvard premia dieci ricercatori, autori di “bizzarre” ricerche scientifiche, con l’Ig Nobel.  Quest’anno tra i dieci premiati per la Medicina c’è stato anche il Dott. Silvano Gallus, capo del Laboratorio di Epidemiologia degli Stili di Vita dell’Istituto Mario Negri di Milano: la protagonista della sua ricerca è la pizza, simbolo iconico della dieta mediterranea.

Che cosa è il premio Ig Nobel?

L’Ig Nobel, anche Ignobel, è un premio attribuito alle ricerche “che fanno inizialmente sorridere, ma che poi fanno riflettere”.

Queste ricerche devono soddisfare queste tre caratteristiche principali:

  1. devono essere all’apparenza stravaganti;
  2. devono essere metodologicamente corrette;
  3. devono essere di facile comprensione per un vasto pubblico.

Come è nato questo progetto?

Tra il 1991 e il 2002, in Italia è stata condotta una serie di studi caso-controllo su vari tipi di tumore e malattie cardiovascolari.

Si trattava di grandi studi epidemiologici, dove sono stati arruolati:

  • circa 3.000 casi con tumore dell’apparato digerente
  • 5.000 casi con altri tumori
  • più di 500 casi con infarto miocardico acuto
  • 10.000 controlli (senza le patologie in esame).

Il questionario di studio includeva una sezione specifica sulle abitudini dietetiche con informazioni sul consumo settimanale di oltre ottanta alimenti, compresa la pizza.

Non si è trovata alcuna associazione tra il consumo di pizza e il rischio di tumore della laringe, prostata, mammella e ovaio, rispetto a coloro che non riportavano alcun consumo di pizza.

Invece è emerso che i consumatori regolari di pizza (consumo una o più volte alla settimana) avevano un rischio ridotto del 34% per tumore del cavo orale e della faringe, del 59% per tumore dell’esofago, del 26% per tumore del colon e del 38% per infarto miocardico acuto.

Questi risultati hanno portato tra il 2003 e il 2006 alla pubblicazione di ben quattro articoli su prestigiose riviste scientifiche (Gallus et al., 2003; 2004a; 2004b; 2006). Dopo più di 10 anni dalla pubblicazione, queste ricerche hanno sbaragliato migliaia di ricerche concorrenti, aggiudicandosi l’ambito premio Ig Nobel per la Medicina del 2019.

Il Dott. Gallus ha accolto con entusiasmo la notizia del premio, poiché è assolutamente convinto che l’Ig Nobel aiuti la gente comune ad avvicinarsi alla ricerca scientifica.

Questo è importante affinché tutti capiscano tre importanti aspetti di una ricerca scientifica, e cioè:

  • come mai si conducono alcuni studi scientifici che possono sembrare inizialmente piuttosto singolari;
  • come si devono interpretare i risultati di uno studio;
  • quali sviluppi possono avere da un punto di vista scientifico i risultati, anche bizzarri, di uno studio.

 

Pizza e dieta mediterranea: facciamo chiarezza!

dieta mediterranea

Il premio Ig Nobel ha fatto parecchio scalpore: è stato pubblicato su svariati portali ed è comparso in diversi video che, però, talvolta non hanno correttamente interpretato gli “studi dell’Istituto Mario Negri sulla pizza”.

Per evitare possibili speculazioni sugli effetti favorevoli della pizza in sé, che non sarebbero giustificate e potrebbero essere persino strumentalizzate da chi ha interesse a farlo, il Dott. Gallus fa un po’ di chiarezza. Lo fa mettendo in luce le conclusioni presenti sui suoi articoli e sottolineando ancora una volta quale sia l’interpretazione corretta da dare ai risultati.

“Abbiamo capito che in Italia la pizza rappresentava, negli anni ’90 (periodo di conduzione dei nostri studi) e in una popolazione di mezza età (come le popolazioni studiate), un fedele indicatore della dieta tradizionale italiana, che, come altre Diete Mediterranee, ha dimostrato di avere importanti benefici per la salute.
Pertanto i nostri studi non ci dicono che “la pizza fa bene” o “la pizza protegge”, bensì confermano che la dieta mediterranea ha un notevole impatto sulla prevenzione dei tumori e delle malattie cardiovascolari e suggeriscono, quindi, di seguirla. Infatti, purtroppo, soprattutto i giovani consumatori italiani stanno abbandonando questa sana abitudine alimentare.”

Risulta chiaro, pertanto, che l’estensione degli effetti apparentemente favorevoli della pizza sul rischio di tumore e malattie cardiovascolari osservati in Italia ad altre popolazioni non è assolutamente garantita.

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