La Didattica a Distanza è nata durante la pandemia causata dal coronavirus SARS-COV-2 per fronteggiare un momento molto delicato per le attività didattiche e formative durante il quale la vicinanza fisica era vietata.
Alla fine dell’anno scolastico caratterizzato da questa soluzione d’emergenza sono emerse alcune criticità.
Un sondaggio lanciato dal Dipartimento di Salute Pubblica dell’Istituto Mario Negri IRCCS ha fatto emergere vantaggi e svantaggi della DaD che ha visto come protagonisti gli alunni, costretti a fare video-lezioni, e i loro genitori, che hanno dovuto accompagnarli in questa avventura conciliando l'impegno imprevisto con lo smart-working.
Complessivamente il giudizio dato dalla maggioranza delle mamme sulla DaD è stato negativo, in particolare per gli alunni delle elementari.
Il malcontento è da ricondurre:
In questi mesi le mamme, in particolare quelle di alunni della scuola primaria o con fragilità, si sono improvvisate maestre e insegnanti, destreggiandosi tra videoconferenze di lavoro, incombenze domestiche e cura dei figli. Hanno dunque cercato di conciliare il ruolo di genitore con quello di donna e lavoratrice.
L’indagine nazionale diffusa nella settimana tra l’8 e il 15 maggio 2020 dal team di Maurizio Bonati era rivolta alle mamme di ragazzi che frequentano la scuola primaria e secondaria di primo grado.
Dalle 1601 risposte è emerso che:
Lo studio ha riguardato in maniera più approfondita anche gli studenti disattenti e iperattivi assistiti dal Centro Regionale ADHD dell’Ospedale Santi Paolo e Carlo di Milano. Gli alunni in questione sono quelli che già durante un normale anno scolastico mostrano difficoltà ad adattarsi ai ritmi scolastici.
La ricerca ha analizzato un campione di 92 bambini con ADHD confrontati con bambini senza questo disturbo. Anche in questo caso, i risultati del sondaggio hanno evidenziato gli svantaggi della DaD, ovvero:
Quattro le conclusioni tratte da tutte le informazioni raccolte:
Maurizio Bonati commenta così i risultati della sua indagine: "A essere penalizzati gli alunni delle prime classi elementari che hanno vissuto una scuola che non è né luogo né tempo. E saranno loro, più che i ragazzini delle medie a pagarne le conseguenze. Per non parlare degli alunni fragili che sono stati abbandonati". E conclude poi: “Il diritto allo studio non è stato garantito a tutti gli scolari e questo ha creato ulteriori diseguaglianze”.
Maurizio Bonati afferma che la didattica a distanza sia risultato uno strumento sconosciuto per gran parte degli insegnanti, degli alunni e delle famiglie: dopo quattro mesi di utilizzo sono emersi i limiti più che le potenzialità.
La DaD è da considerarsi un valore aggiunto al percorso educativo e non la sostituzione alla formazione relazionale.
In futuro, secondo Bonati, potranno quindi essere implementate e migliorate le lezioni a distanza per favorire il recupero di quelle forme e contenuti di difficile utilizzo e accesso per la didattica scolastica tradizionale. Serviranno sì investimenti, disponibilità e curiosità da parte di tutti ma sarà anche più "divertente" andare a scuola.
Maurizio Bonati - Responsabile Dipartimento di Salute Pubblica
Editing Raffaella Gatta - Content Manager