Data prima pubblicazione
July 9, 2020

Didattica a distanza a causa del Covid-19: strumento adatto a tutti?

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La Didattica a Distanza è nata durante la pandemia causata dal coronavirus SARS-COV-2 per fronteggiare un momento molto delicato per le attività didattiche e formative durante il quale la vicinanza fisica era vietata.

Alla fine dell’anno scolastico caratterizzato da questa soluzione d’emergenza sono emerse alcune criticità.

Un sondaggio lanciato dal Dipartimento di Salute Pubblica dell’Istituto Mario Negri IRCCS ha fatto emergere vantaggi e svantaggi della DaD che ha visto come protagonisti gli alunni, costretti a fare video-lezioni, e i loro genitori, che hanno dovuto accompagnarli in questa avventura conciliando l'impegno imprevisto con lo smart-working.

Complessivamente il giudizio dato dalla maggioranza delle mamme sulla DaD è stato negativo, in particolare per gli alunni delle elementari.

Il malcontento è da ricondurre:

  • al fatto di essersi dovute sostituire agli insegnanti
  • allo scarso apprendimento
  • alla scarsa partecipazione
  • alla scarsa autonomia didattica.

In questi mesi le mamme, in particolare quelle di alunni della scuola primaria o con fragilità, si sono improvvisate maestre e insegnanti, destreggiandosi tra videoconferenze di lavoro, incombenze domestiche e cura dei figli. Hanno dunque cercato di conciliare il ruolo di genitore con quello di donna e lavoratrice.

I risultati del sondaggio sulla Didattica a Distanza (DaD)

L’indagine nazionale diffusa nella settimana tra l’8 e il 15 maggio 2020 dal team di Maurizio Bonati era rivolta alle mamme di ragazzi che frequentano la scuola primaria e secondaria di primo grado.

Dalle 1601 risposte è emerso che:

  • più della metà delle mamme risiedeva in Lombardia, la regione più colpita dal SARS-CoV-2 in Italia;
  • c’è stata una risposta maggiore nel Nord rispetto al Sud, come d’altronde anche la distribuzione dei casi positivi di Covid-19;
  • la maggioranza delle donne è rappresentata da lavoratrici in smart working e mamme di alunni delle elementari;
  • è stato difficile conciliare gli impegni lavorativi con quelli DaD dei figli, anche a causa del diminuito aiuto dei nonni o di altre figure in supporto;
  • per alcuni è stato complicato utilizzare la DaD, anche perché in alcuni casi c’era la necessità di condividere spazi, strumenti e tempi con fratelli e sorelle;
  • un terzo dei bambini ha avuto difficoltà con le tecnologie e con la programmazione/gestione delle lezioni;
  • un terzo degli alunni delle elementari non riusciva a rimanere concentrato davanti allo schermo per più di 20 minuti, generando quindi agitazione e impetuosità nei più piccoli mentre ansia negli alunni delle medie;
  • gli alunni più fragili sono stati trascurati.

Lezioni online e ADHD

Lo studio ha riguardato in maniera più approfondita anche gli studenti disattenti e iperattivi assistiti dal Centro Regionale ADHD dell’Ospedale Santi Paolo e Carlo di Milano. Gli alunni in questione sono quelli che già durante un normale anno scolastico mostrano difficoltà ad adattarsi ai ritmi scolastici.

La ricerca ha analizzato un campione di 92 bambini con ADHD confrontati con bambini senza questo disturbo. Anche in questo caso, i risultati del sondaggio hanno evidenziato gli svantaggi della DaD, ovvero:

  • perdita del contesto spaziale, sociale e temporale;
  • distanza fisica dagli insegnanti;
  • l’assenza di feedback non verbali (sguardo, contatto fisico);
  • la distrazione generata dallo strumento didattico;
  • la scarsa attrazione di interesse degli strumenti e modalità d’uso del materiale didattico.

Quattro le conclusioni tratte da tutte le informazioni raccolte:

  1. i bambini delle scuole elementari sono stati quelli che hanno incontrato più difficoltà;
  2. la DaD poteva essere organizzata meglio riguardo alla gestione e alle proposte educative/formative;
  3. i genitori sono stati troppo coinvolti;
  4. gli alunni più fragili con ADHD sono purtroppo stati i più esclusi.
Maurizio Bonati commenta così i risultati della sua indagine: "A essere penalizzati gli alunni delle prime classi elementari che hanno vissuto una scuola che non è né luogo né tempo. E saranno loro, più che i ragazzini delle medie a pagarne le conseguenze. Per non parlare degli alunni fragili che sono stati abbandonati". E conclude poi: “Il diritto allo studio non è stato garantito a tutti gli scolari e questo ha creato ulteriori diseguaglianze”.

Quali i suggerimenti e le strategie da mettere in atto in caso di una nuova emergenza

Maurizio Bonati afferma che la didattica a distanza sia risultato uno strumento sconosciuto per gran parte degli insegnanti, degli alunni e delle famiglie: dopo quattro mesi di utilizzo sono emersi i limiti più che le potenzialità.

La DaD è da considerarsi un valore aggiunto al percorso educativo e non la sostituzione alla formazione relazionale.

In futuro, secondo Bonati, potranno quindi essere implementate e migliorate le lezioni a distanza per favorire il recupero di quelle forme e contenuti di difficile utilizzo e accesso per la didattica scolastica tradizionale. Serviranno sì investimenti, disponibilità e curiosità da parte di tutti ma sarà anche più "divertente" andare a scuola.

Maurizio Bonati - Responsabile Dipartimento di Salute Pubblica

Editing Raffaella Gatta - Content Manager

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