A partire dal 1 giugno è finalmente possibile scaricare Immuni, l’app per il tracciamento dei contatti di persone positive a Covid-19, che potrà usata essere in Italia. L’applicazione, prima nel suo genere ad essere disponibile in Europa, ha subito diverse modifiche da quando nelle scorse settimane è stata selezionata dal Ministero dell’Innovazione e dal Ministero della Salute.
Indice:
La circolare del Ministero della Salute e le informazioni reperibili dal sito creato per l’occasione chiariscono il funzionamento dell’app di tracciamento Immuni. Una volta scaricata l’app Immuni, è sufficiente dichiarare di avere almeno 14 anni e inserire la Regione e la Provincia di domicilio. A questo punto non sarà richiesto di fare più nulla!
Tramite il tracciamento di prossimità basato su tecnologia Bluetooth Low Energy (quindi senza ricorso alla geolocalizzazione), l’app traccerà (in maniera del tutto anonima) tutti i contatti Covid-19 positivi, classificando ad alto rischio quelli avvenuti a meno di due metri di distanza per almeno 15 minuti.
All’utente risultato positivo al test diagnostico, viene chiesto di comunicare l’esito al sistema del Ministero della Salute in chiavi anonime attraverso il proprio smartphone. L’app restituisce un codice numerico (disponibile nella sezione «Impostazioni», sotto la cartella «Caricamento dati») che l’utente comunica all’operatore sanitario. Il codice viene poi inserito all’interno del Sistema Tessera Sanitaria e il caricamento viene confermato dall’utente.
Le app di tutti coloro che l’avranno installata andranno periodicamente a cercare sul server centrale se esiste qualche codice che è stato scambiato con loro nei 14 giorni precedenti e in questo caso la app Immuni dichiarerà che l'utente è entrato in contatto con un Covid-19 positivo.
Il meccanismo, che può sembrare un po’ complicato, garantisce l’anonimato: i dati vengono codificati così che sia l’identità dei contatti che il luogo dove il contatto è avvenuto sono al sicuro.
Il suo funzionamento terminerà non appena sarà finita l’emergenza sanitaria. Tutti i dati generati durante il funzionamento della app saranno eliminati.
Quando l’app Immuni notifica agli utenti che possono essere stati in contatto con un caso positivo, un messaggio, il cui testo è unico su tutto il territorio nazionale, spiega quali indicazioni seguire:
l’utente viene invitato a contattare il medico di famiglia (o Medico di Medicina Generale) che farà una prima valutazione dell’effettiva esposizione al rischio del soggetto. Sarà poi quest’ultimo a decidere, sulla base dello stato di salute, se sottoporre il contatto a tampone e ad isolamento/quarantena.
La circolare del Ministero della Salute ricorda comunque che l’app Immuni può integrare e supportare il processo di tracciamento dei contatti, ma in nessun caso può essere l'unico strumento utilizzato. Questa è la ragione per la quale, per esempio, in molte regioni d’Italia è stata istituita la figura dei contact tracer (tracciatori di contatti), cioè operatori sanitari coordinati dai Dipartimenti di Prevenzione delle ASL con il compito di identificare, isolare e testare i contatti.
Rispetto all’ipotesi originaria si è deciso di usare un sistema decentralizzato dei dati. I dati codificati dei contatti saranno memorizzati in maniera anonima sullo smartphone degli utenti e non su un server centrale.
L’infrastruttura rilasciata lo scorso 18 maggio da Google e da Apple garantisce lo scambio di informazioni con altri sistemi europei che useranno la stessa soluzione.
Anche in seguito a questa scelta, il Garante per la privacy ha dato parere positivo all’app Immuni. Viene richiesta, però, maggiore trasparenza sul trattamento dei dati a fini statistici-epidemiologici e chiarezza sul fatto che le notifiche potrebbero non corrispondere a un rischio effettivo.
Il sito web dedicato a Immuni e un bell’articolo di Riccardo Luna ricordano cosa non è e cosa non fa l’app Immuni. Per esempio:
L’accoglienza da parte dei cittadini italiani dell’app Immuni è stata piuttosto calorosa a giudicare dai primi dati.
Nelle prime 24 ore è stata scaricata 500.000 volte e, ad oggi, è stata scaricata oltre due milioni di volte: il download di Immuni ha superato quello di note applicazioni come TikTok, Whatsapp, Instagram e Zoom.
Serviranno, però, ancora 10 giorni circa prima di essere completamente operativa in tutta Italia.
Una fase di sperimentazione partirà l’8 giugno in Puglia, Liguria, Abruzzo e Marche.
La speranza è che l’app Immuni venga adottata dal 50%-60% degli italiani ma anche percentuali più basse (intorno al 20%) potrebbero essere comunque sufficienti a raggiungere risultati significativi. Le misure per la riduzione dei contagi come il distanziamento sociale e le mascherine continueranno ad essere comunque fondamentali.
Per maggiori informazioni su Immuni esiste anche numero verde (800912491).
Restano ancora diversi i limiti e i dubbi sul funzionamento di Immuni, qui proviamo ad elencarne alcuni:
Restano ancora diversi i dubbi sul funzionamento di Immuni e tante le domande alle quali non c’è ancora una risposta. Tra queste vale la pena segnalare le seguenti:
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Eugenio Santoro - Dipartimento di Oncologia clinica
Editing Raffaella Gatta - Content Manager