L’attività di ricerca del Laboratorio è dedicata allo studio delle malattie autoimmuni, condizioni patologiche in cui il sistema immunitario attacca erroneamente i tessuti sani dell'organismo. L’obiettivo è quello identificare e sviluppare terapie mirate capaci di eliminare in modo selettivo le cellule del sistema immunitario responsabili della perdita di tolleranza, ovvero quelle cellule che hanno perso la capacità di riconoscere correttamente i tessuti dell'organismo come propri. Grazie ad un approccio basato su tecnologie avanzate e una profonda comprensione dei meccanismi immunologici, il Laboratorio cerca soluzioni terapeutiche innovative che siano più efficaci e sicure, al fine di ridurre gli effetti collaterali associati alle terapie tradizionali.
Messa a punto di modelli sperimentali di malattie autoimmuni del rene
Attualmente, stiamo concentrando la nostra ricerca sullo sviluppo di modelli sperimentali che replicano alcune malattie renali umane, tra cui la nefropatia membranosa. Questa patologia, una delle principali cause di sindrome nefrotica negli adulti, è caratterizzata da un’alterazione della funzionalità del sistema immunitario che attacca erroneamente le unità funzionali del rene, chiamati glomeruli. Questa risposta immunitaria anomala provoca la perdita della capacità dei reni di filtrare le sostanze di scarto dal sangue, causando una perdita di proteine nelle urine (proteinuria), gonfiore e, nei casi più gravi, insufficienza renale.
Sviluppo di terapie sperimentali nelle malattie autoimmuni del rene
Nell’ambito della nefropatia membranosa, stiamo sviluppando terapie sperimentali in grado di rieducare il sistema immunitario al fine di eliminare in modo selettivo un particolare tipo di cellule, le cellule B, responsabili della produzione di autoanticorpi che attaccano il rene. Queste potrebbero rappresentare nuovi approcci terapeutici in grado di ridurre la progressione della malattia e prevenire, nei casi più severi, la necessità di dialisi o trapianto.
Identificazione dei meccanismi immunitari alla base dello sviluppo di forme severe di Covid-19
Nell'ambito della pandemia di COVID-19, il Laboratorio è impegnato nello studio dei meccanismi molecolari indotti da SARS-CoV-2, con l'obiettivo di comprendere come il virus attivi il sistema immunitario. Tra i principali fenomeni investigati, il laboratorio cerca di chiarire come alcuni componenti di SARS-CoV-2, tra cui la proteina spike, siano in grado di indurre un danno polmonare acuto, caratterizzato da un’alterata risposta degli interferoni, iperattivazione dell'immunità innata e attivazione del sistema del complemento. L'obiettivo ultimo della ricerca è identificare terapie mirate in grado di modulare in modo preciso la risposta degli interferoni, al fine di ridurre l'iperattivazione dell'immunità innata, senza compromettere l'efficacia della difesa immunitaria contro le infezioni, ottenendo un equilibrio tra una risposta protettiva e una reazione infiammatoria dannosa.
Studio della risposta umorale e cellulare a lungo termine nei soggetti esposti ad infezione da SARS-COv-2 o vaccinati
Il Laboratorio si è occupato di valutare la diffusione del virus SARS-CoV-2 immediatamente dopo la prima ondata pandemica di COVID-19 di marzo 2020, mediante l’utilizzo di test sierologici e tamponi antigenici per identificare la presenza di anticorpi specifici per diverse proteine di SARS-CoV-2 o materiale genetico del virus nella popolazione della provincia di Bergamo. Inoltre, il Laboratorio si sta occupando di monitorare come evolve nel tempo la protezione immunitaria garantita dalla vaccinazione sia in termini di immunità umorale, intesa come anticorpi neutralizzanti con capacità di bloccare l’infezione virale in cellule in coltura, sia cellulare, ovvero come risposta guidata da cellule T e B della memoria.
International Consensus on Cardiopulmonary Resuscitation.